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 Barometri e Termometri

Abbiamo diverse tipologie di termometri e barometri dai più antichi fino ad arrivare ai primi del 900.

Dopo le esperienze di Torricelli nel 1644, di Pascal al Puy-de Dome nel 1648, e di Otto Van Gueriche di Magdeburgo, i barometri a mercurio, con tubo a U, furono costruiti in gran serie. Un costruttore inglese, Hooke, inventò nel 1666 il primo barometro ad ago, detto anche barometro a ruota, che doveva servire di modello a tutti i barometri da parete a quadrante del sec. XVIII. Questi barometri sia a lettura diretta, col livello del liquido visibile, sia a lettura indiretta, cioè a quadrante, non davano indicazioni sommarie di buono o cattivo tempo. I barometri di marina con sospensione cardanica erano soprattutto notevoli per le loro sculture e le loro decorazioni. Quest’ultimi erano spesso completati con termometri a minima e massima e con igrometri a capello. I primi barometri ‘’attendibili’’ datano dall’inizio del XIX secolo. Ritornando al principio del tubo di Torricelli, furono creati due tipi di barometro: il primo, il barometro a vaschetta larga(pozzetto), tipo Tonnelot e Kew, nel quale la superficie della vaschetta è cento volte il diametro del tubo, è equipaggiato con un verniero per la lettura azionato da una cremagliera. Il secondo tipo di barometro è quello di Fortin. Il mercurio della vaschetta è sostenuto da una pelle di camoscio sulla quale preme una vite per la regolazione dello 0. Si regola la vite in modo che il mercurio della vaschetta vada a sfiorare una punta di avorio detta testimonio. Un verniero a cremagliera serve a leggere il livello nel tubo, le indicazioni sono date in millimetri di mercurio. In Inghilterra invece sono graduati in pollici e il verniero è a 1/20 di pollice. La marina Francese adottò un tipo di barometro denominato di marina a partire dal 1880. Basato sul principio di Gay-Lussac e perfezionato da Bunten, è caratterizzato dall’aggiunta di una specie di largo imbuto, sopra la vaschetta. Una montatura cardanica permette di fissare il barometro ad una paratia trasversale della nave per lasciargli sufficiente spazio per i movimenti conseguenti al rollio. Per vari problemi di malfunzionamento a breve questi barometri vennero sostituiti da barometri aneroidi. Questi ultimi sono di due tipi, il primo è il barometro di Bourdon, che ha un tubo metallico di sezione ellittica, vuoto d’aria e curvato a cerchio. Le variazioni di pressione, deformano la sezione ellittica, ingrandiscono e restringono il diametro del cerchio. Queste piccole deformazioni, opportunamente amplificate, sono utilizzate per azionare un indice davanti a un quadrante oppure una penna scrivente sopra un tamburo registratore. Il barometro di Vidi utilizza invece delle capsule metalliche vuote d’aria e fornite di una molla compensatrice interna che evita lo schiacciamento dovuto alla pressione atmosferica. Le deformazioni dovute alla variazione di pressione sono amplificate e trascritte da una penna scrivente, oppure indicate su un quadrante. Più capsule ha il barometro, più è sensibile. I barometri aneroidi sono molto meno precisi dei barometri a mercurio, soprattutto perché l’elasticità dei metalli sulla quale sono basati non è costante nel tempo. Il barometro aneroide serve quindi più che per misurare il valore della pressione , per indicare le sue variazioni. In Francia il principale costruttore di questi strumenti era Richard. Il primo Termometro, probabilmente per uso di cucina, fu fabbricato a Firenze nel 1641. Funzionava ad alcool estratto dal vino. La sua graduazione , tutta di fantasia, faceva si corrispondere lo zero alla temperatura del ghiaccio, ma la nozione del ‘’caldo’’ era data dalla temperatura di fusione del burro. Già dal XVIII secolo esistevano termometri. Anche se mancanti di una esatta graduazione, potevano servire ai naviganti per prevedere la vicinanza della banchisa polare o quella di fronti caldi e fronti freddi. Un termometro molto impiegato era il termometro di profondità, blindato, degli oceanografi. Era utilizzato quotidianamente dai pescatori oceanici per determinare a quale profondità si trovava lo strato d’acqua a temperatura idonea alla vita di determinate specie di pesci. Era un metodo facile e pratico per assicurarsi una buona pesca.

 





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